Università G. d'Annunzio Chieti

Atlas Coelestis, mostra  dal 3 all' 8 Luglio 2006

 

Università G. d'Annunzio Chieti-Pescara

ATLAS COELESTIS

 

Mostra viaggio nella scienza e nell’arte alla ricerca delle più belle rappresentazioni del cielo realizzate da astronomi e da artisti dal sedicesimo al ventesimo secolo.

presentazione di Jean-Pierre Luminet

 

 

A cura di
Felice Stoppa & Associazione Culturale Agorà della Terra
Associazione 360°

 

Dal 3 all’ 8 Luglio 2006

 

c/o Polo Didattico Bibliotecario - Geologia
Campus Madonna delle Piane
Via dei Vestini 31, Chieti Scalo

Orario di apertura

lunedi-venerdì 9-19 h
Sabato 9-13 h

info e prenotazioni: tel 08713556418-6455

fax: ATLAS COELESTIS 0871 3556454

 

 

 

 

Parte dei materiali in mostra

Parte prima

 

 

C. Iulii Hygini Augusti Liberti, Poeticon Astronomicon, Libri quatuor, Basileae, MDLXX

L’opera attribuita ad  Igino, direttore della biblioteca del Palatino, fu in realtà scritta per la prima volta  intorno al secondo secolo della nostra era quando Tolomeo già aveva prodotto il suo Almagesto, il cui ordine di presentazione delle costellazioni viene ripreso nel Poeticon Astronomicon. L’opera compendia una introduzione alle nozioni elementari di cosmografia, elenca settecentodieci stelle e ci presenta sotto forma di favole i miti delle costellazioni.

 

Joannis Baptistis Vrients, Edizione Italiana, 1602 dell'Epitome Theatri Orteliani, Antwerp 1601  

Le costellazioni vengono disegnate senza pretese scientifiche sotto un reticolo scandito all'equatore da tacche di cinque gradi, ogni 30 gradi viene evidenziata una linea di longitudine, troviamo anche la proiezione dei coluri equinoziali, dei tropici, dei cerchi polari , dell'equatore e dell'eclittica. Le costellazioni rappresentate sono quelle tolemaiche con la curiosa esclusione della Corona Boreale, della Lira e della Sagitta, è invece aggiunto Antinous e la chioma di Berenice con il nome antico di Caesaries. Nell'emisfero australe, nella zona di cielo non ancora indagata, troviamo le due costellazioni ispirate da Plancius, Crux e Polophilax situate in una posizione di fantasia.

 

 

Allain Manesson Mallet , Description de l'Univers , Paris 1685

          Ingegnere militare e insegnante di matematica alla corte di Luigi XIV, nella sua opera  illustrata in cinque tomi, Mallet descrive il globo e l'universo con l'intento enciclopedico di conglobare in una unica visione la geografia, la storia, la scienza, i fenomeni, i costumi e la vita operosa dell'uomo. Ripetutamente ristampate, le due tavole che presentiamo, La Voye Laictee Pole Arctique e La Voye Laictee Pole Antarctique, fanno parte dell' opera De la Sphere , pubblicata a Parigi nel 1683, interamente tratta da Description de l'Univers. Nel Pole Antarctique sono presenti le costellazioni non tolemaiche de La Croix e de La Colombe , oltre alle dodici osservate dai viaggiatori Keiser e Houtman ed inserite da Bayer nell'Uranometria.

 

Anonimo , Il Globo Celeste, In cui si veggono 1022 Stelle in 48 Costellazioni, 12 nel Zodiaco e 36 fuori, Francia, circa 1680

Non vi è corrispondenza tra il sottotitolo ed i contenuti della mappa. Nel primo vengono segnalati acriticamente i dati solitamente riportati nei cataloghi  che si rifanno a Tolomeo, nella mappa invece le stelle sono pochissime e le costellazioni sono si in numero di 47, ma mancano quelle tolemaiche dell’Orsa Minore, del Cavallino, del Cane Minore, del Triangolo  e della Freccia , ci sono però la costellazione non tolemaica della Chioma di Berenice ed alcune di quelle australi riprodotte per la prima volta nell’atlante di Bayer del 1603, la Fenice ,  il Camaleonte, l’Orada, il Triangolo Australe ed il Pavone. Curiosamente Auriga è definita Il Carro e Antinoo, non appare.

Philippe De La Hire , Le Globe Celeste representé en deux Plans Hemispheres par Mons De La Hire. , A Paris chez Chiquet, 1719

        I due emisferi, collegati dalla linea del coluro equinoziale attraverso il punto vernale,  riportano le stelle visibili ad occhio nudo classificate in sei magnitudini. Le costellazioni sono quelle tolemaiche con nomi francesi alle quali sono state aggiunte Ganimede (Antinous), la Fleur de Lys, la Chevelure de Berenice, la Colombe e la Croix tra i piedi del Centauro. Inoltre troviamo le dodici costellazioni meridionali inserite da Bayer nella sua Uranometria del 1603 ed osservate e catalogate per la prima volta, nei loro viaggi nei mari del sud alla fine del secolo sedicesimo, dai commercianti Keyser e Houtman. Tra le immagini che fanno da cornice alla carta stellare vi è quella del Sole all'interno del quale Kircher immagina continenti circondati da oceani sui quali galleggiano le macchie scoperte da Galileo.

 

Ferdinando Meucci , Il Globo Celeste Arabico del secolo XI , Firenze 1878

Ferdinando Meucci allegò la carta piana che esponiamo alla pubblicazione che realizzò nel 1878 per descrivere  un globo celeste in ottone che aveva da poco scoperto. La carta riporta fedelmente i dati contenuti nel globo rappresentandolo suddiviso in dodici fusi di 32,5 cm di diametro, tangenti  in corrispondenza dell’eclittica. Il Globo Celeste Arabico, che riporta in caratteri sufici una data araba equivalente al 1080,  è la più antica rappresentazione conosciuta del cielo che utilizzi i dati contenuti nell’Almagesto di Tolomeo.   

 

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In occasione della mostra è stato prodotto il volume

 

Il primo saggio illustrato in italiano sulla storia della cartografia celeste, con in appendice la ristampa completa del più importante atlante astronomico americano del XIX secolo

Elijah Hinsdale Burritt , The Geographi of the Heavens , New York 1835 

 

Acquistabile da

Libreria Hoepli di Milano

Unione Astrofili Italiani

Contattando l'autore felice.stoppa@fastwebnet.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di

FELICE STOPPA