Johann G. Doppelmayr

Motus cometarum in hemisphaerio boreali, Norimberga 1742

 

 

MOTVS COMETARUM IN HEMISPHÆRIO BOREALI 

qui intra 210 años ab añ 1530 usque ad añ: 1740, cum sex stellis novis per hoc tempus visis, à præstantissimus Astronomis observati

 

 

 

Nella carta, la numero 27 dell’ Atlas Coelestis (1742) di Johann Gabriel Doppelmayr, vengono disegnati i percorsi di 38 comete osservate tra il 1530 e il 1740.

 

 

 Il moto di ogni cometa è completato con il nome dell’osservatore, l’anno della scoperta e da alcune date intercalate tra quelle del primo e dell’ultimo avvistamento.

 

La posizione delle comete è qualitativamente descritta con riferimento al disegno del personaggio mitologico della costellazione su cui si staglia,  che curiosamente è privo di stelle, anche le più luminose. La posizione quantitativa può essere invece calcolata facendo riferimento alle coordinate eclittiche, leggibili grado per grado sull’esterno di un cerchio suddiviso in spicchi di dieci gradi.

 

 Negli angoli in alto a destra e a sinistra, sotto il titolo, vengono riportati due schemi interpretativi del moto delle comete, quello ideato da Giacomo Bernoulli e quello di Geremia Horrock. 

 

Esamina l'opera di Bernoulli messa a disposizione dal

SICD Universités de Strasbourg, Patrimoine numérisé

 

 

La carta numero 27, che non riporta stelle fisse, è dedicata ai fenomeni celesti non persistenti, quindi, oltre alle comete vi troviamo sei stelle nuove: quella osservata da Tycho Brahe in Cassiopea nel 1572, da Keplero sul piede del Serpentario nel 1604, da Simon Marius nel  1612 presso la Nebulosa di Andromeda, dalla variabile P Cygni osservata nel 1600 da W.J. Blaeu, dalla variabile CK Vulpecola osservta nel 1670 da Dom Anthlehem e da Hevelius e ancora un’altra variabile,  χ Cygni, osservata nel 1686 da  Gottfried Kirch.

 

Oltre alle comete e alle stelle nove l’autore si sofferma a descrivere il fenomeno della Luce Zodiacale, rappresentato in quattro grafici, uno per ogni periodo in cui si rende visibile: nel cielo crepuscolare prima dell’alba all’inizio di marzo o a metà ottobre e in quello serale poco dopo il tramonto  a metà ottobre o tra febbraio e marzo.

 

 

Infine, due didascalie trattano della precessione degli equinozi e dello spostamento delle stelle fisse rispetto alle griglie di riferimento.

 

Alcuni ingrandimenti del planisfero

 

In controluce è possibile osservare la filigrana di un giglio stilizzato che identifica la partita di carta utilizzata per stampare la tavola

 

 

 

https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8592436d

 

 

 

 

Confronta il lavoro di Doppelmayr con quello di  Stanislaus Lubienietski in

 Theatrum Cometicum, Lugduni Batavorum 1681

 

 

In merito alla vita e alle opere di Doppelmayr leggi:

 The Atlas Coelestis (1742) of Johann Gabriel Doppelmayr 

di  Robert Harry van Gent.

 

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di

FELICE STOPPA