di

Felice Stoppa

 

 

Le costellazioni scomparse dal cielo

 

Nell'anno 132 della nostra era l'imperatore Adriano colloca in cielo la costellazione di

Antinoo

 

La troviamo disegnata a partire dal globo celeste di C.K. Vopel del 1536, ma viene anticipata anche nel Globo Celeste Arabico del secolo XI, infatti la zona che contiene le sei stelle informi dell’Aquila, cioè quella che coincide con la costellazione non tolemaica di Antinoo, è evidenziata da una linea incisa a forma di cuore.

Tolomeo nell'Almagesto, pur non inserendola nell'elenco delle sue costellazioni, la cita come suddivisione dell'Aquila.

Nella letteratura è capitato che il personaggio di Antinoo fosse sostituito con quello di Ganimede, efebo celeste rapito da un'aquila su ordine di Zeus, vedi ad esempio

in

Isaac Habrecht II, Johann Christoph Sturm

Planiglobium Coeleste ac Terrestre, Argentorati quondam, nunc opera Johannis Christophori Sturmii Norimbergae, emendatius, auctius ac universalius editum, Nürnberg 1666

 

http://www.atlascoelestis.com/Habrecht%20II%201666%20Pagina.htm

 

 

 

Di seguito  Antinoo è riprodotto in una tavola dell'Uranometria di Bayer

 

 

Lo stesso in

Himmelsatlas fur Freunde und Liebaber der Sternkunde zu zeichen, Stuttgart 1835 di Hoffmann

 

 

e in

Della architettura di Gio. Antonio Rusconi, con centosessanta figure disegnate dal medesimo, secondo i precetti di Vitruvio, e con chiarezza, e brevità dichiarate libri dieci, Venezia 1590

 

 

 

 

 

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