Carlo Rossari

Planisferio Celeste, Milano, 1822 circa

 

Carlo Rossari

Planisferio Celeste che comprende tutte le Stelle visibili alla latitudine Boreale di 45° dalla prima alla quarta grandezza, Milano 1822 circa

 

 

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Tavola di grande formato, 65 x 89,5 cm , diametro del planisfero 61cm, progettata e stampata in proprio da Carlo Rossari, ingegnere e divulgatore che operò a Milano nella prima parte del diciannovesimo secolo. Il disegno e l’incisione della mappa furono opera dell’artista Luigi Pedrazzi.

La proiezione è incentrata sul polo nord equatoriale. Le costellazioni sono disegnate  di spalle e si rivolgono pertanto verso un ipotetico centro di un globo del quale occupano la superficie convessa. L’osservatore è pertanto ipotizzato in posizione esterna allo stesso globo.

Il reticolo è incentrato sul polo nord equatoriale ed è formato da cerchi di ascensione retta e declinazione. La prima presenta linee ogni ora ed è misurata sulla circonferenza esterna da una scala graduata con tacche alternate di 4°. La declinazione, misurata sul coluro equinoziale con una scala graduata ad ogni grado, è rappresentata da cerchi disegnati ogni 10° fino alla declinazione meridionale di 45°. L’equatore è rappresentato da un cerchio disegnato con una doppia linea. L’eclittica è numerata ogni 5° di longitudine.

E’ evidenziato il polo nord eclittico per il quale passa l’unico cerchio di longitudine che venga disegnato sulla mappa, quello che unisce e si prolunga oltre i due punti equinoziali fino alla declinazione di -45°.

Le stelle suddivise in quattro classi di grandezze sono posizionate per l’anno 1800 e vengono nominate seguendo il metodo di Bayer con lettere dell’alfabeto greco. All’esterno del planisfero sono elencati in tre lingue italiano, francese e tedesco  i nomi delle costellazioni presenti nella tavola come anche i nomi più comuni usati per alcune stelle.

La tabella delle costellazioni elenca 58 nomi, il numero 57 è dedicato alla Via Lattea, i numeri 7 e  16 identificano la stessa costellazione chiamata la prima volta Berenice e la seconda Chioma di Berenice, la stessa cosa per Balena e Mostro Marino rispettivamente con il numero 6 e 40. Gli altri numeri identificano tutte le costellazioni tolemaiche ad esclusione di Ara e Corona Australis, troppo meridionali per apparire nella carta, e Equuleus che pur essendo disegnata non appare nella numerazione. Dieci sono le costellazioni non tolemaiche:  7 e 16 Chioma di Berenice, 18 Colomba, 25 Fenice, 29 Gru, 28 Giraffa, 39 Mosca, 32 Leo Minor, 35 Lince, 37 Lucerta, 58 Volpetta. La costellazione Mosca  indicata da Rossari e  posta tra l'Ariete e il Triangolo Boreale  non è attualmente più utilizzata, è invece ancora in uso la costellazione Musca posta nel cielo meridionale. Nel planisfero non appaiono i nomi delle costellazioni ma soltanto il numero di riferimento elencato nella tabella dei nomi.

Rossari non si prodiga, come sta avvenendo nello stesso periodo oltre alpe sia in Francia che in Germania, nel riempire il cielo di nuove costellazioni che andranno poi rapidamente ad essere non usate e dimenticate, la mappa risulta pertanto molto leggibile e ordinata. La colorazione ad acquerello è stata aggiunta a mano successivamente alla stampa.  

In calce al nostro planisfero Rossari dichiara di averne depositato copia presso le reali biblioteche.

 Recentemente ho potuto verificare che copia di questa tavola, così come delle altre tre con le quali compone un atlante allegato al volumetto  Descrizione mitologica delle costellazioni e nozioni elementari di astronomia per servire d’illustrazione alle carte celesti sono effettivamente ancora presenti nel fondo della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, che nei primi decenni del diciannovesimo secolo era la biblioteca più importante di Milano, con le seguenti collocazioni:

26.10.E.17  Descrizione mitologica delle costellazioni e nozioni elementari di astronomia per servire d’illustrazione alle carte celesti 

SAA 6/1 Planisfero celeste. Nella carta è visibile in controluce una filigrana che riproduce un'aquila con le ali aperte in piedi sopra ad un ramo sotto il quale si legge, a lettere maiuscole, il termine EGA.

SAA 6/2  1/2 Planisfero celeste con i due emisferi

SAA 6/2  1/3 Sistema Solare

SAA 6/6  Luna, una prima edizione del 1820 di formato più piccolo

SAA 6/5 Luna, edizione successiva che riporta anche un grafico che riproduce le montagne terrestri e la loro altezza.

L'autore viene anche ricordato per altre sue pubblicazioni: Trattato di astronomia elementare, Milano 1843 presso Andrea Ubicini, Trattato di fisica elementare, Milano 1843, presso Andrea Ubicini e la più conosciuta Descrizione mitologica delle costellazioni e nozioni elementari di astronomia per servire d’illustrazione alle carte celesti, Milano 1839, presso Tipografia Pogliani, con la quale oltre alla ristampa del nostro planisfero viene presentata  una ulteriore tavola con entrambi i due emisferi, una mappa della Luna e una tavola relativa al Sistema Solare.  Riproduco di seguito l'introduzione di questa ultima opera che tra l'altro descrive la nostra mappa:

 

 

 

 

PLANISFERIO CELESTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di

FELICE STOPPA