Geminiano Montanari

Copia di lettera scritta all'Illustrissimo Signore Antonio Magliabechi, Bologna 1682

 

 

Geminiano Montanari
 
Copia di lettera scritta all'Illustrissimo Signore Antonio Magliabechi  Bibliotecario del Serenissimo Gran Duca di Toscana

 Intorno alla nuova Cometa apparsa quest'anno 1682. sotto i piedi 

dell'Orsa Maggiore.

In Bologna, Per li Manolessi, Stampatori Camerali. 1682

 

 

   

La cometa oggetto di questa breve lettera di Montanari ad Antonio Magliabechi è quella che nello stesso periodo Halley sta osservando dall’Inghilterra. Le misurazioni ottenute  permetteranno all’astronomo inglese di collegarla ai precedenti ultimi due  passaggi e di determinarne l’orbita al fine di prevederne le future  apparizioni: è la cometa di Halley. http://it.wikipedia.org/wiki/Cometa_di_Halley e http://www.science.unitn.it/perfezionamento/TESINE/02/corpo/comhal.html

 

La copertina della  lettera è completata da una carta in proiezione eclittica concava dove il  tragitto della cometa viene costruito per interpolazione delle undici distinte  osservazioni effettuate a Padova da Montanari dal 27 agosto al 10 settembre del 1682.

Nella carta sono  delineate le costellazioni tolemaiche teatro del passaggio della cometa alle  quali è aggiunta la Chioma di Berenice.  Le stelle sono distinte approssimativamente per magnitudine ma ben posizionate  sopra ad un reticolo equinoziale che riporta una scala per le longitudine con il  passo di un grado, numerata a partire dall’Eclittica (la base del rettangolo)  fino alla latitudine nord di 60°. Linee di longitudine sono riportate ogni 30° a partire dal primo grado delle costellazioni zodiacali visibili.

Del reticolo equatoriale  è disegnato soltanto un arco dell’Equatore.

Nella base della tavola,  per tutta la sua larghezza, è disegnata la cometa come doveva essere stata  vista da Padova al momento della sua massima estensione.

Sull’opera  e la vita di Geminiano Montanari, erede di seconda generazione della scuola di  Galileo, rimando alla ricca nota biografica redatta da Ivano Dal Prete per il Dizionario  Biografico degli Italiani, Volume 75, del 2011 e pubblicato in Treccani.it,  l’Enciclopedia Italiana, al seguente indirizzo:

http://www.treccani.it/enciclopedia/geminiano-montanari_(Dizionario-Biografico)/

 

 

Dalla scheda del Dizionario riporto soltanto alcuni paragrafi che si riferiscono alla vasta e complessa opera di Montanari nel campo dell’astronomia:

Negli anni bolognesi il M. consolidò la sua fama come astronomo, in particolare dopo la partenza di Cassini per Parigi. Allora la collaborazione con l’astronomo ligure si era già tradotta in nuove correzioni alle effemeridi di Lansberg – calcolate con l’aiuto degli allievi G. Grassini e F. Mezzavacca – e in studi sulla variazione dell’obliquità dell’eclittica, che il M. correttamente ritenne stabile nel tempo (Ephemeris Lansbergiana, Bononiae s.d. ma 1665). Va indubbiamente ricondotta alla tradizione galileiana l’attenzione da lui prestata allo studio fisico dei corpi celesti, spesso congiunto a una vivace polemica antiaristotelica. Nel 1664, osservò l’apparizione della grande cometa utilizzando un telescopio e un reticolo filare di propria costruzione. La misura della parallasse, e quindi della distanza dalla Terra, gli consentì di porre la cometa ben al di là della Luna, contro le concezioni aristoteliche che consideravano le comete un fenomeno sublunare (Cometes Bononiae observatus, Bononiae 1665). Tuttavia, egli non riteneva probabile che si trattasse di corpi stabili soggetti a ritorni periodici, vedendovi piuttosto momentanee condensazioni dell’etere interplanetario, un’opinione che non verrà scossa nemmeno dalle osservazioni delle grandi comete del 1680-82 (Copia di due lettere scritte all’iIllustrissimo signor Antonio Magliabechi..., Venezia 1681).

Il Discorso astronomico sopra la sparizione d’alcune stelle (Bologna 1671) viene spesso citato come uno dei più significativi contributi del M. all’astronomia per il suo carattere pioneristico nel campo dello studio delle stelle variabili. Vi si ribadiva infatti l’inconsistenza della tesi dell’incorruttibilità dei cieli, allegando casi di variazioni nel sito delle stelle fisse e soprattutto di cambiamenti nella loro luminosità. In particolare, il M. osservò la variabilità di Algol, senza tuttavia riuscire a stabilirne il periodo, con ogni probabilità perché gli esempi a lui disponibili suggerivano variazioni di lunga durata mentre il periodo di Algol è pari a soli 2 giorni e 21 ore. Continuò almeno fino al 1677 le osservazioni di stelle variabili, riprese da F. Bianchini dal 1683 in stretta continuità con il lavoro del maestro e sotto la sua direzione.

Il M. assunse non di rado un atteggiamento critico nei confronti del copernicanesimo e del moto della Terra, mai apertamente sostenuti. Una tale posizione, comune ad altri astronomi italiani vicini agli ambienti bolognesi e romani quali Cassini e Bianchini, può indubbiamente trovare radice nella riluttanza a discutere problemi cosmologici tipica dell’astronomia italiana dopo la condanna di Galileo. Non c’è dubbio, tuttavia, che nell’ambito della metodologia scientifica del M. lo scetticismo nei confronti del moto della Terra apparisse giustificato dalla perdurante mancanza di solide prove sperimentali in suo favore. In loro assenza, il copernicanesimo rimaneva una raffinata e forse plausibile ipotesi, ma non certo una verità da propagandare e sostenere con il «settarismo» che il M. talvolta rimproverava ai suoi seguaci…

….Di natura più personale che istituzionale fu invece lo stretto rapporto tra il M. e il senatore G. Correr, il quale, con il suo aiuto, iniziò nel 1679 la costruzione di un grande osservatorio astronomico nel proprio palazzo sul Canal Grande.

Come si deduce da alcuni passi dell’Astrologia convinta di falso (Venezia 1685, pp. 123 s.), una ben nota lettera ad A. Magliabechi del 5 dic. 1680, e soprattutto una lettera inedita a Cassini del 27 settembre dello stesso anno, l’osservatorio veneziano occupava una torre del diametro di 6,5 m . di palazzo Correr sul Canal Grande nella contrada di S. Simeone Profeta. Il terrazzo si elevava a circa 30 metri sopra il pelo dell’acqua mentre la stanza sottostante ospitava una meridiana solare e stellare; alte finestre disposte ai quattro punti cardinali permettevano di maneggiare telescopi lunghi fino a 7,5 m . Il piano inferiore era occupato dalla biblioteca e come direttore della specola il M. disponeva di un appartamento privato nel palazzo. Gli strumenti erano di provenienza inglese e olandese, oppure erano lavorati nel palazzo sotto la direzione del M. stesso. Tra questi ultimi spiccavano un triangolo filare in ferro – basato sullo strumento omonimo descritto da G.B. Riccioli nell’Almagestum Novum (Bologna 1651, libro V, cap. 15, p. 355) – che rappresentava lo strumento principale della terrazza, e un sestante in ottone da 1,5 m di raggio che impiegava cannocchiali anziché mire a visuale libera come nei contemporanei strumenti di J. Hevelius. Facevano parte della dotazione anche un telescopio da 25 e uno da 50 piedi veneziani di focale (7,5 e 15 m circa), utilizzati soprattutto per osservazioni dei satelliti di Giove e Saturno in coordinamento con quelle di Cassini a Parigi. Orologi a pendolo con il quadrante illuminato dall’interno avrebbero dovuto permettere di leggere l’ora esatta anche nell’oscurità. Dopo la scomparsa del M., la direzione della specola venne affidata a F. Spoleti e C. Martinelli, ma la scomparsa di Correr (1694) mise a nudo i limiti derivanti dalla mancanza di un supporto istituzionale: un secolo dopo la fondazione, G. Toaldo poteva ancora ammirare la «Torretta» ma gli strumenti erano stati da tempo venduti a peso di ferro vecchio.

Di Montanari leggi anche: Cometes Bononiae Observatus Anno 1664 et 1665 . Astronomicophysica dissertatio,  Bologna 1665

http://www.atlascoelestis.com/Montanari%201665%20base.htm

 

Montanari è anche l'autore di due altre lettere a Magliabechi sull'argomento delle comete: Copia di due lettere scritte all'illustrissimo signor Antonio Magliabechi ... sopra i moti, e le apparenze delle due comete ultimamente apparse sul fine di Novembre 1680. nelle costellazioni di Vergine, e Libra, e sul fine di Decembre in quella di Capricorno & C. Venezia, Stampa del Poletti, 1681

 

La Tavola

 

 

 

 

 

 

Sulla cometa di Halley del 1682 leggi anche

Jakob Honold

Kurzer Entwurf des neuentstandenen Cometen ... 1682

 http://www.atlascoelestis.com/Honold%201682%20cometen%20base.htm

 

 

 

e

            

Memoria del 1760, Pubblicata nel 1766, Cometa del 1758-59, la cometa di Halley, di Charles Messier

 

Histoire et observations du retour de la Comète de 1682, découverte à l'observatoire de la Marine à Paris, le 21 Janvier 1759, vers les six heures du soir, dans la constellation des Poissons, observée jusqu'au 3 Juin. . .

http://www.atlascoelestis.com/messier%20m%201760%20base.htm

 

 

 

Di Halley leggi

Astronomiae Cometicae Synopsis

in Philosophical Transactions, London 1 January 1704

Halley 1704 .full.pdf

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

FEBBRAIO 2014