| Andrea Cellario | Haemisphaerium stellatum australe antiquum, Amsterdam 1660 | 
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 Andrea Cellario Haemisphaerium stellatum australe antiquum 
 
 La tavola riproduce in proiezione polare
      eclittica convessa le stelle, suddivise in classi di sei magnitudini e
      posizionate per il 1660, appartenenti al cielo australe e visibili fino ad
      una latitudine di 30 ° nord. Il diametro esterno dell’emisfero è di
      circa  Il reticolo di riferimento prevede scale
      graduate di un grado di unità di longitudine poste sia sull’eclittica
      che sulla circonferenza esterna. La linea del Colurus
      Solstitiorum e  quella che
      passante per il Polo Eclittico collega i due punti degli equinozi sono
      definiti da una scala graduata con tacche di un grado di latitudine. Sono
      inoltre tracciati il circolo polare antartico, quello del tropico del Capricorno,
      l’equatore e l’eclittica. Oltre alle costellazioni tolemaiche sono
      disegnate con i loro personaggi  Cruzero, Columba Noachi, Monoceros
      Unicornis, le dodici costellazioni osservate dai naviganti Keiser e
      Houtman ed ufficializzate nell'Uranometria di Bayer del 1603, e le raramente rappresentate
      costellazioni del Cancer Minor, della Sagitta Australe e del Gallus. La tavola venne inserita con il numero 27 nell’Atlas
      coelestis seu armonia macrocosmica del
      1661. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Atlas coelestis seu armonia macrocosmica 
 
 
 
 Per
      capire l’opera del Cellario  bisogna
      tornare al 1627 quando l’astronomo gesuita Julius Schiller pubblica ad
      Augusta il suo Coelum
      Stellatum Christianum.    
      Quello di
      Schiller è un atlante che rappresenta un vero stacco dalla tradizione
      precedente perché, al progredire del contenuto scientifico, (le tavole
      sono ancora più grandi di quelle del Bayer, 27x33 cm, e la posizione
      delle stelle è calcolata  sulle
      osservazioni di Brahe e di Keplero), associa 
      una vera rivoluzione per quanto riguarda la denominazione delle
      costellazioni. Già il titolo dell'atlante avvisa il lettore
      dell'obiettivo che si pone l'autore, cancellare il mondo mitologico greco
      dai cieli per sostituirlo con la visione biblica e cristiana. Le
      costellazioni zodiacali vengono denominate con i nomi dei dodici apostoli,
      quelle boreali e australi con i nomi dei personaggi del Nuovo e Antico
      Testamento. Il fiume Eridano diventa il Mar Rosso, la Via Lattea il
      Sentiero di S. Giacomo, la Nave degli Argonauti diventa l'Arca di Noè,
      l'Orsa Minore è S. Michele. 
    
      La
      rivoluzione non ebbe molti seguaci e si esaurì in un certo senso
      all'apice del suo successo nel 1661 quando Andrea Cellario propose il suo Atlas
      Coelestis seu Harmonia Macrocosmica, pubblicato ad Amsterdam.    
      L'autore, in
      questa opera, dedica due delle ventinove tavole al cielo cristiano, una
      per ogni emisfero, la tavola 24
      e le tavole 25 e 26
      , e nelle pagine dedicate al commento di queste si dilunga sul
      progetto di Schiller, presentando delle tabelle di riscontro tra vecchie e
      nuove denominazioni dalle quali risulta come il gesuita volesse sostituire
      anche i nomi dei corpi del sistema solare, Sole-Cristo, Mercurio-Elia,
      Venere-Giovanni Battista, Marte-Giosuè, Giove-Mosè, Saturno-Adamo e la
      Luna-Beata Maria.    
      La presenza
      di queste due tavole nel lavoro del Cellario non implica che questi avesse
      aderito alla nuova visione di Schiller,
      ma è soltanto un atto dovuto. Infatti l'Atlas
      Coelestis seu Harmonia Macrocosmica si propone come il compendio di
      tutti i sistemi proposti, quello tolemaico, quello copernicano e quello di
      Tycho Brahe, li descrive, ne presenta i vantaggi ma senza mai affermare la
      supremazia di uno sull'altro. Inoltre, a differenza di Schiller, in queste
      due tavole Cellario ripesca il nome tradizionale delle costellazioni e lo
      affianca a quello cristiano. 
    
      Le ventinove
      tavole dell'atlante, di grande formato 52x42 cm circa in doppia pagina,
      scandiscono altrettante sezioni  della
      Pars Prior dell'Harmoniae
      Macrocosmicae, dove l'autore compendia, in latino, ogni aspetto delle
      teorie proposte fino a tutto il 1661. Il contenuto di queste sezioni è
      molto tecnico ma senz'altro ancora troppo ancorato alle teorie del secolo
      precedente: non vi appare un capitolo sui nuovi strumenti di  osservazione
      e il telescopio viene soltanto nominato.     
      La fortuna
      successiva di questo atlante sarà rappresentata dal forte contenuto
      estetico di alcune tavole che, sebbene stampate su carta 
      a un colore, il nero, verranno riprese e colorate a mano da diversi
      artisti tanto che le biblioteche europee e americane che possiedono un
      Cellario colorato hanno delle vere e 
      proprie copie uniche.   
 Consulta le pagine del Cellario a commento delle tavole relative al Cielo Cristiano 
 
 
 
 La tavola è disponibile anche al seguente indirizzo di 
	 
 
 
		 
 
 https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b10100355c 
 
 
 
 
 
 
 di FELICE STOPPA 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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 TAVOLA 
 
 
 PARTICOLARE 1 
 PARTICOLARE 2 
 PARTICOLARE 3 
 PARTICOLARE 4 
 PARTICOLARE 5 
 
 
 Atlas coelestis seu armonia macrocosmica 
 
 
 
 
 
 
 
 
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