Charles Messier

Observation d’une aurore boréale singulière et d’une forme très-extraordinaire, Paris 1780

 

Charles Messier

Observation d’une aurore boréale singulière et d’une forme très-extraordinaire, le 26 Février 1777

 

 

 

 

 

Il 25 febbraio 1777 Messier percorre il cielo con il suo telescopio da   3,5 piedi e osserva, nella costellazione della Chioma di Berenice, una  nebulosa che non aveva inserito nel suo famoso elenco del 1771, ma che Lalande aveva già avuto modo di elencare nell’Introduzione delle sue Ephémerides des Mouvemens Célestes. La sera del 25 e quella del 26 viene destinata ad osservare questo corpo celeste nel cielo orientale di Parigi al fine di determinarne la posizione rispetto a delle stelle già note.

 

 L’oggetto della sua memoria è però il fenomeno straordinario che gli si presenta la sera del 26. 

Mentre in direzione nord si manifesta una aurora boreale dalle forme tradizionali,

 

 

                              

 più in alto,  appena  poco più a sud della stella polare si forma in poco tempo un fuso di luce tremolante che occupa tutto il cielo da est a ovest. La banda luminosa fusiforme si trasforma nel tempo in forma ed in intensità luminosa e si muove lentamente verso lo zenit. Messier ne descrive le caratteristiche e lo sviluppo per un intervallo di tempo di un’ora e ventinove minuti, cioè per l’intera durata del fenomeno

 

 e lo disegna , in una mappa celeste che ha per zenit la proiezione del suo luogo di osservazione, in cinque tappe che vanno dal momento della sua apparizione, le ore 7 e 48 minuti (poco a sud della Stella Polare) fino al momento della sparizione che avviene alle ore 9 e 17 minuti (poco a sud dello zenit).

 

 

 

 

 

 

 

La manifestazione luminosa interessa nella sua parte iniziale e in quella centrale i pianeti Venere e Giove, presenti in cielo nella tersa serata del 26.

 

 

 

 

Il cielo del 26 febbraio 1777 ricostruito con Perseus

 

 

Messier registra le condizioni del tempo, la temperatura e la velocità dei venti. Evita di dare interpretazioni del fenomeno, anche se sembra escludere l’ipotesi  della luce zodiacale (la luce è tremolante)  così come è anche indeciso se classificarlo come  una normale aurora boreale, che tra l’altro già si sta manifestando in forme più consuete sull’orizzonte est-nord-ovest.

 

 

                             

 

 

 

La tavola, incisa da Y. le Gouaz su disegno dello stesso Messier, di 17,3 centimetri di diametro, rappresenta le stelle visibili in febbraio nel cielo di  Parigi dal suo zenit fino all'orizzonte. Vi sono riportate le stelle più luminose fino alla terza magnitudine in proiezione polare convessa equidistante e denominate dalle lettere di Bayer. La loro posizione è calcolata per il 1777.

 

 

 La griglia di riferimento prevede la linea dell'orizzonte suddivisa in tacche di un grado di azimuth in progressione secondo la divisione dei segni zodiacali, la linea del meridiano graduata in tacche di un grado di altezza, la linea dell'eclittica graduata ogni 5 gradi di longitudine e l'equatore evidenziato da tacche ogni 5 gradi di ascensione retta.

     

 

 Le costellazioni non tolemaiche sono rappresentate da: Ch.re Béren., Licorne, Mouche, Giraffe, Levriers, Lynx, Pt. Lion, Sextant, Trian.les e dal disegno di Cor Caroli. 

 

 

La memoria ospita una seconda tavola che rappresenta lo stesso fenomeno osservato però a Nancy da Maillette che propende per l’ipotesi della luce Zodiacale.

 

 

 

 

 

Leggi la memoria 

 che fu pubblicata nel 1780 in  

 

   

 

Sullo stesso argomento leggi la seguente pagina di Henk Bril

Poollicht uit de 18 eeuw / 18th Century Aurora Borealis

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di

Felice Stoppa