Giovanni Maria Cassini

Globo Celeste, Roma 1792

 

 

Giovanni Maria Cassini

GLOBO CELESTE Calcolato per il corrente anno sulle Osservazioni de’ Sigg. Flamsteed, e de la Caille. ROMA presso la Calc.a Cam.le 1792

 

 

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Giovanni Maria Cassini (1745-1824), Chierico Regolare Somasco, discepolo di Giovanni Battista Piranesi,   fu geografo, cartografo e incisore operante a Roma nei decenni a cavallo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. A lui si deve l'invenzione di un nuovo metodo di proiezione, detto appunto di Cassini, utilizzato anche per la realizzazione dell’atlante geografico del regno di Napoli in 32 fogli firmato da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni.

Tra le sue opere maggiori, oltre ad  una carta generale dell'Italia in 15 fogli pubblicata nel 1793, troviamo il Nuovo Atlante Geografico Universale in tre volumi edito a Roma dal 1792  al 1801 le cui tavole del primo volume sono precedute da un breve saggio introduttivo sullo studio della geografia e che si propone inoltre lo scopo di  delineare il metodo seguito per la realizzazione dell'atlante stesso. L' opera venne commissionata dalla Calcografia Camerale di Roma  al fine di sostituire l'ormai superato Mercurio Geografico in uso nei decenni precedenti. Il Cassini firma tutte le carte come incisore.

 Le tavole introduttive del primo volume trattano argomenti di geografia generale e astronomica, tra queste si evidenziano per la loro bellezza  i due planisferi celesti editi già nel 1790.

 Sono invece del 1792 le cinque tavole (43,7 x 57,7 cm ), attualmente rarissime e ricercate opere d’antiquariato, che riproducono i dodici spicchi di 30 gradi di A. R. d’ampiezza che, una volta ritagliati e incollati su di una sfera di legno e cartapesta del diametro di 35 cm, compongono l’intero globo celeste; nel cartiglio posto al centro di uno degli spicchi, tra Boote e il Monte Menalo, si legge “GLOBO CELESTE Calcolato per il corrente anno sulle Osservazioni de’ Sigg. Flamsteed, e de la Caille. ROMA presso la Calc.a Cam.le 1792” .

Quattro delle cinque tavole sono destinate a rappresentare le costellazioni, queste sono le stesse che troviamo nei due planisferi, nominate in lingua italiana dell’epoca , disegnate però di spalle in proiezione convessa , pronte per essere incollate su di una sfera di circa trentacinque centimetri di diametro. Le costellazioni non tolemaiche sono in numero notevole: Antinoo, la Chioma di Berenice, la Giraffa, il Liocorno, La Mosca, il Cuor di Carlo II, il Monte Menalo, la Renna, il Cerbero, l’Oca, la Volpe, i Levrieri, la Lince, il Leone minore, il Triangolo minore, la Lucerta,  la Colomba, la Croce, con il termine la Nuvola le due nubi di Magellano, il Liocorno, il Sestante, lo Scudo di Sobieski, le dodici costellazioni di Bayer-Keyser-Houtman, le quattordici (quindici se gli si accredita la Musca) di Lacaille e il Solitarius di Le Monnier denominato in italiano il Passero Solitario.

Il reticolo di riferimento è ridotto al minimo presentando soltanto i Circoli Polari, i Circoli dei Tropici, l’Eclittica, l’Equatore. Manca il reticolo per la lettura della Declinazione e dell’Ascensione Retta; l’Equatore e l’Eclittica riportano una scala graduata in tacche di un grado numerate progressivamente di dieci in dieci, la numerazione dell’Eclittica ricomincia da capo ogni 30 gradi per rispettare i confini delle costellazioni zodiacali. 

Abbiamo già detto del cartiglio inserito nella prima tavola, mentre nella seconda troviamo quello relativo alle grandezze delle stelle , riconoscibili in sei classi, un simbolo è dedicato alle Nebulose: Omega Centauri, NGC 5139, di magnitudine apparente 3,7 scoperto da E. Halley nel 1677 oltre ad essere segnalato col simbolo delle nebulose è anche denominato con la lettera greca Omega.

Negli spicchi del globo troviamo un numero di stelle maggiore rispetto ai planisferi e meglio denominate in quanto il metodo di Bayer viene allargato anche a quelle meno luminose utilizzando lettere dell’alfabeto latino. Le stelle sono posizionate rispetto al 1792 e per riferimento è stato utilizzato il catalogo del Flamsteed  integrato da quello di Lacaille per l’emisfero australe.  

La quinta tavola è dedicata ai due cerchi dei circoli polari che servono ad integrare gli spicchi delle costellazioni ed è  completata da quattro archi di 90 gradi destinati ad essere incollati sul meridiano di sostegno del globo al fine di identificare le zone climatiche terrestri. Infine due cerchi riportano rispettivamente la Rosa dei Venti e le ore di Ascensione Retta.

 

PARTICOLARI DELLA QUARTA TAVOLA

 

 

 

Anche in opere antiche è possibile trovare refusi, in questa tavola i nomi delle Plejadi e delle Yadi sono stati tra loro scambiati. 

 

 

 

 

Quattro stelle vengono indicate attraverso il nome proprio: Algol, Aldebaran, Acarnar e Rigel. Le due Nubi di Magellano riportano il nome di la Nuvola e la Nuvoletta. Le stelle posizionate sulla spalla de' il Cocchiere, intorno a Capella, sono definite il Capretto mentre le tre stelle della cintura di Orione sono nominate li tre Re. Mira Ceti ne' la Balena è indicata come variabile.

 

 

 

 

 

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Giovanni Maria Cassini

 

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per cortesia di

Giuseppe (Pino) Civitarese

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www.atlascoelestis.com

di

FELICE STOPPA