Jonas Moore

A New Systeme of the Mathematicks. Cosmography, or a Description of the Heavens, London   1681

 

 

 

Jonas Moore  

 

A New Systeme of the Mathematicks, London 1681

Cosmography, or a Description of the Heavens

 

   

 

 

 

Le sei tavole celesti che presento corredano e completano il quarto capitolo dell’opera che  J. Moore dedica alla matematica ed alle sue applicazioni. Il capitolo porta il titolo di  Cosmography, or a Description of the heavens.

Sono poste dall’editore alla fine del capitolo rispettando l’indicazione dell’autore che fa scrivere dall’incisore, alla base di ogni tavola, la seguente indicazione: Place this at the end of Cosmography.  

 

 

Alla realizzazione del volume prese parte anche il giovane astronomo J. Flamsteed che si occupò di realizzare il settimo capitolo, contenuto nel secondo volume, ed intitolato: Astronomical Tables, with Tables of Logarithms, Natural and Artificial Sines and Tangents, and Versed Sines.  Ce lo ricorda un appunto stilato a mano da un anonimo lettore posto nel titolo della copia  del libro che ho esaminato e di proprietà della ETH- Bibliothek Zürich (http://www.e-rara.ch/zut/content/titleinfo/2444686).

  L’appunto annota la pagina della Bibliographie Astronomique di Jérôme De La Lande, Paris 1803 dove viene riportata l’indicazione della pubblicazione del libro di Moore e l’intervento di Flamsteed su un capitolo del secondo volume.  

 

 

 

Tavole celesti

Come ci ricorda l’autore a pagina 162 del suo libro le sei tavole, quadrate di 20 cm di lato, possono essere collocate sulle rispettive facce di un cubo ricostruendo così un curioso modello del cielo stellato.  

 

Sviluppo del cubo celeste

 

 

Sono costruite in proiezione gnomonica concava, pertanto la visione delle costellazioni è quella che possiamo ammirare dalla superficie della Terra. In teoria, per rispettare la visione concava, le tavole dovrebbero essere incollate al cubo con il lato visibile rivolto verso il centro e pensare l’osservatore al centro del parallelepipedo stesso.

La proiezione ha come riferimento il polo equatoriale ed il relativo reticolo. Circoli di declinazione sono disegnati ogni 10°  così come le linee di A. R. cadenzate ogni 10°. Sono inoltre disegnati i due circoli dei tropici oltre a quello polare artico e a quello polare antartico.  Diverse scale graduate al ritmo di un grado di A.R. o di declinazione sono posti sui lato che fanno da perimetro alle mappe e sopra le linee dei coluri equinoziale e solstiziale.

Il reticolo eclittico è composto dalla sola linea dell’Ecliptica.

Le sei tavole hanno come rispettivo centro il polo nord equatoriale, il polo sud equatoriale, il punto equinoziale primaverile, quello autunnale, il punto solstiziale estivo e quello invernale.

Le stelle, suddivise in sei magnitudini, vi sono collocate per il 1680- 81. In Cassiopea è disegnata la supernova del 1572 osservata da Tycho Brahe. 

 

La supernova del 1572

 

Oltre alle costellazioni tolemaiche possiamo vedere Lilium, Columba, Coma Berenices, Antinous, Cruzero e le dodici osservate alla fine del cinquecento dai viaggiatori Keyser e Houtman nel cielo meridionale fino ad allora rimasto inaccessibile alla vista.  

 

Lilium

 

Columba

 

Coma Berenices

 

Antinous

 

Cruzero

 

Le dodici costellazioni di Keyser e Houtman 

 

L’autore elenca e descrive le costellazioni, suddividendole per emisferi e per fascia zodiacale, al paragrafo VII Sect I of Cosmography, da pag. 120 a pag 123.

Nella sezione dedicata all’uso delle sei mappe, da pag 162 a pag 168, Jonas Moore ci ricorda inoltre che le tavole e i personaggi delle costellazioni sono stati disegnati ispirandosi al modello made by Father Pardie(s) at Paris.  

 

SEGUE DALLA PAGINA PRINCIPALE

 

 

 

TAVOLE


FIG. 5  PUNTO SOLSTIZIALE INVERNALE


 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

MARZO 2016