Joseph  Mollet

 

Ètude du ciel, ou connaissance des phénomènes astronomiques, mise à la portée de tout le monde. Ouvrage élémentaire, Lyon 1803

 

 

 

Joseph  Mollet

 

Ètude du ciel, ou connaissance des phénomènes astronomiques, mise à la portée de tout le monde. Ouvrage élémentaire, Lyon 1803

 

 

 

Il testo  completo dell’opera di Mollet è consultabile al seguente indirizzo, http://jbc.bj.uj.edu.pl/dlibra/doccontent?id=278667, 

della Biblioteka Obserwatorium Astronomicznego Uniwersytetu Jagiellońskiego.

 

 Ètude du ciel è un compendio delle conoscenze sull’universo acquisite dai ricercatori fino all’inizio del diciannovesimo secolo.

L’opera è rivolta ad un pubblico di non esperti ed è di carattere divulgativo. Nei sedici capitoli che la compongono l’autore colloca il pianeta Terra nel teatro del cielo stellato e dopo aver definito i sistemi di riferimento utili a riconoscere gli oggetti celesti e a posizionarli geometricamente rispetto ad un osservatore terrestre esamina e descrive il sistema solare ed i fenomeni associati partendo dalla nostra stella fino ad arrivare all’ultimo pianeta allora conosciuto.

Un breve capitolo è dedicato alla interpretazione cosmologica del sistema del mondo ed infine, in una cinquantina di pagine, l’autore ci descrive il cielo stellato e le sue costellazioni. 

 

Indice

 

 

Il firmamento celeste è raccontato come lo si può vedere da Lione in quattro notti dell’anno: alla fine di marzo, di giugno, di settembre e di dicembre.  Per ogni nottata troviamo una rassegna delle costellazioni visibili suddivisa in quattro quadranti che partendo dal cielo posto a  ovest passa a quello meridionale e poi a quello orientale per arrivare finalmente a quello visibile guardando a nord. In tal modo l’autore completa l’intero ciclo dell’anno descrivendo tutte le costellazioni che si rendono visibili ad un osservatore posto ad una latitudine equivalente a quella del centro della Francia.  

 

Il volume è illustrato da sei grandi tavole ripiegate.

Le prime cinque raccolgono 44 figure e grafici che illustrano ed esemplificano i nodi chiave dei primi quindici capitoli. 

 

 

 

 

La sesta, Planisphere Céleste Presentant toutes les Constellations visibile a Lyon, è dedicata all’ultimo e sedicesimo capitolo che descrive il cielo stellato: Méthode pour apprendre à connaître les Constellations.

 

Quest’ultima tavola, disegnata ed incisa da Wexelberg, è costruita in proiezione stereografica polare equatoriale. La visione è convessa, contrariamente a quanto si potrebbe supporre dalla destinazione d’uso della tavola, e ipotizza pertanto che l’osservatore svolga la sua funzione dall’esterno della volta celeste e non dal suo centro.

 

Tavola delle grandezze e firma di Wexelberg

 

Il reticolo di riferimento è ridotto al minimo essendo rappresentato dalle sole proiezioni dell’equatore e dell’eclittica.

Le costellazioni sono quelle tolemaiche alle quali si aggiungono Antinous, Téte de Mèduse e La Chevelure. Pegaso è curiosamente disegnato come un Unicorno con le ali. Sono nominate in lingua francese. 

 

 

     

Antinous, Téte de Mèduse e La Chevelure

 

 

Pégase

 

Le stelle, suddivise in quattro diversi simboli che identificano la loro grandezza, vi sono poste, eccezione fatta solo per alcune tra le più luminose, senza alcun riferimento al loro nome proprio o alfanumerico. Il percorso della Via Lattea è ben delineato ad esclusione delle zone esterne alla proiezione dell’equatore.

 

 

 

 

 

TAVOLE

 

PL. I

 

 

PL. II

 

 

PL. III

 

 

PL. IIII

 

 

PL. V

 

 

 

PL. VI

Planisphere Céleste Presentant toutes les Constellations visibile a Lyon

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

FEBBRAIO 2017