Anonimo

da

Johann Gabriel Doppelmayr

 

Manoscritto riproducente il Cielo Boreale di Doppelmayr, Epoca e luogo di produzione sconosciuti (17..)

 

 

 

Anonimo

 

Manoscritto riproducente il Cielo Boreale di Doppelmayr, Epoca e luogo di produzione sconosciuti (17..)

 

 

 

La tavola manoscritta che viene presentata alla seguente pagina di BNF Gallica:

https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b101004170

è una riproduzione quasi identica di quella prodotta da Johann Gabriel Doppelmayr intorno al 1720 e poi introdotta con il numero 16 e con il seguente titolo

HEMISPHAERIVM COELI BOREALE in quo loca Stellarum fixarum secundum Aequatorem, per Ascensiones nempe rectas et Declinationes ad annum Christi 1730 completum sistuntur   

nel suo magistrale

Atlas Coelestis in quo Mundus Spectabilis et in eodem Stellarum omnium Phoenomena notabilia, circa ipsarum Lumen, Figuram, Faciem, Motum, Eclipses, Occultationes, Transitus, Magnitudines, Distantias, aliaque secundum Nic. Copernici et ex parte Tychonis de Brahe Hipothesin. Nostri intuitu, specialiter, respectu vero ad apparentias planetarum indagatu possibiles e planetis primariis, et e luna habito, generaliter e celeberrimorum astronomorum observationibus graphice descripta exhibentur, cum tabulis majoribus XXX pubblicato a Norimberga nel 1742

 

http://www.staff.science.uu.nl/~gent0113/doppelmayr/doppelmayr.htm

http://www.atlascoelestis.com/7.htm

http://www.atlascoelestis.com/dopp%2016.htm

 

La tavola

 

La tavola che esaminiamo riproduce, nelle stesse dimensioni, soltanto il planisfero celeste della tavola 16 con però queste differenze:

Mancano i nomi che descrivono i componenti dei reticoli di riferimento, manca la scala delle magnitudini stellari e la scala graduata dell’ A. R. posta sul cerchio dell’equatore è al passo di un grado anziché di 30’, viene aggiunto il nome proprio di qualche altra stella tra le più brillanti.

 

 

 Ecliptica

 

La scala delle magnitudini stellari

La scala graduata dell’ A. R. posta sul cerchio dell’equatore

 

Inoltre una nota manoscritta a margine indica la tavola erroneamente come la numero 13 dell’atlante e non la numero 16:

 

 

 

Il planisfero riproduce il cielo boreale dal polo all’equatore, è costruito in proiezione polare equatoriale equidistante ed è in visione concava, ha un diametro di circa 41,4 cm.

Il reticolo equatoriale comprende il polo celeste, il cerchio dell’equatore equipaggiato da una scala graduata che misura l’A.R. al passo di 1°, il cerchio Artico e quello del Tropico del Cancro, raggi di A. R. ogni 10° e circoli di declinazione ogni 10°. Il reticolo eclittico presenta soltanto la porzione boreale dell’eclittica con sovrapposta una scala graduata che misura la longitudine al passo di 1°.

Oltre alle costellazioni tolemaiche sono disegnate, con il nome in latino, Antinous, Coma Berenices, Caput Medusae, Camelopardalus, Musca, Monoceros, Mons Menalaus e le otto boreali introdotte da Hevelius. La Via Lactea è ben delineata.

Le stelle, distinte in sei magnitudini, sono posizionate per il 1730.

 

 

 Antinous

 

Mons Menalaus, Canes Venatici, Coma Berenices

 

 

Camelopardalus

 

 

Musca, Caput Medusae, Triangulum majus, Triang. min.

 

 

Plejades in Taurus

 

 

Via Lactea  

 

 

Sui margini della tavola appaiono delle note autografe aggiunte probabilmente in epoca successiva a quella della produzione del manoscritto:

 

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

NOVEMBRE 2019