Gian Domenico Cassini

Spina Celeste Meteora, Bologna 1668

 

 

 

Gian Domenico Cassini 

 

La luce Zodiacale e le osservazioni di Cassini

 

 

Ad occidente appena dopo il tramonto e ad oriente  prima che sorga il Sole, in condizioni atmosferiche di eccezionalità, è possibile a volte osservare , lungo l’eclittica e quasi sempre in primavera o in autunno, una debole banda luminosa a forma di cono con la base rivolta al Sole. Le dimensioni del cono, incentrato sull’eclittica, sono variabili e possono andare dai 40 ai 100 gradi in altezza per una base  tra gli otto e i 30 gradi. Questo fenomeno è dato dalla luce del Sole che viene riflessa dal pulviscolo interplanetario che si addensa in particolare sul piano dell’eclittica e viene chiamato luce zodiacale proprio perché lo osserviamo sullo sfondo delle costellazioni dello zodiaco che si dispongono lungo il percorso apparente del Sole, l’eclittica. Lo vediamo in primavera e in autunno perché soltanto in quel periodo lo zodiaco forma un angolo accentuato con l’orizzonte discostandosi al massimo dalle zone più dense e più assorbenti dell’atmosfera. Per lo stesso motivo il fenomeno è più facilmente osservabile dalle zone tra i tropici, dove l’angolo dell’eclittica con l’orizzonte è prossimo ai 90 gradi.

 

 

 

Luce Zodiacale, Iran

 

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The Gegenschein
Credit & Copyright: Jimmy Westlake (Colorado Mountain College)

 

 

In teoria la luce zodiacale dovrebbe essere osservabile lungo tutta l’eclittica perché il pulviscolo interplanetario forma un intero disco in orbita intorno al Sole, ma in pratica il fenomeno si manifesta soltanto dove prospetticamente il pulviscolo risulta più abbondante, quindi sull’eclittica in direzione del Sole  e nella parte simmetricamente opposta, in questo ultimo caso al fenomeno viene dato il nome  di luce anteliale o Gegeschein, come lo denominò in tedesco il naturalista berlinese F. W. H. Humboldt che lo scoperse tra le costellazioni opposte al Sole, come un  disco lattiginoso tra i 5 e i 10 gradi di diametro. 

 

 

Le osservazioni e le comunicazioni di Gian Domenico Cassini

Cassini aveva cercato di dare le prime interpretazioni del fenomeno in una relazione presentata all'Accademia che raccoglieva le sue osservazioni sugli eventi del 1668 e del 1683 e che di seguito possiamo leggere cliccando sull'immagine tratta  dal Tome X, depuis 1666 jusqu'à 1699 delle Memoires de l'Academie Royale des Sciences, pubblicato a Parigi nel 1730.  

 

 

Planche IX

 

 

Spina Celeste Meteora, Bologna 1668

 

Le osservazioni relative al fenomeno del 1668 erano state pubblicate a Bologna  per i tipi di Emilio Maria e fratelli de Manolessi con un volumetto in lingua italiana dal titolo Spina celeste meteora. Il breve saggio era accompagnato da una tavola celeste nella quale appaiono anche quattro disegni del cono di luce che lo rappresentano come molto simile ad una coda di cometa (o meteora visto che il titolo della tavola è Observationes Meteorologicae..) il cui nucleo rimane coperto da una nuvola.

La particolarità del fenomeno spinge l'autore a pubblicare con urgenza il suo breve trattato che si compone essenzialmente di quattro parti: dopo la necessaria dedica al Principe abbiamo un breve prologo Apparizioni celesti dell'anno 1668 che contestualizza la scoperta all'interno delle osservazioni astronomiche già programmate rivolte tra l'altro a due altri fenomeni temporanei o periodici rappresentati il primo dalla stella variabile della Balena, l'odierna Mira Ceti, che Cassini denomina La Fenice delle stelle ed il secondo dalla Stella Nova apparsa tra la costellazione dell'Eridano e quella della Lepre. La seconda parte, Osservazioni, è il resoconto preciso notte per notte dal 10 marzo al 17 marzo della disposizione in cielo di quella che l'autore definisce con il termine Coda denunciando già la sua possibile interpretazione, questa parte si conclude con la citazione dei luoghi in Italia e degli osservatori che hanno considerato lo stesso fenomeno. Le ultime due parti, Considerazioni e Riflessioni, tendono a dare l'interpretazione fisica del fenomeno, Cassini propende fortemente per il modello di una cometa la cui Testa sia rimasta sempre sotto l'orizzonte rimanendo pertanto nascosta all'osservatore.

 

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TITOLO

 

 

 

 

Tavola delle Observationes allegata a Spina Celeste

 

 

 

 

IL TESTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Decouverte de la Lumiere celeste qui paroist dans le Zodiaque, Paris 1685

Sulla scorta di altre osservazioni Cassini sviluppò una teoria più completa sul fenomeno della luce zodiacale nel suo saggio Decouverte de la lumiere celeste qui paroist dans le Zodiaque, apparso prima a Parigi nel 1685

 

 

Il titolo, puoi consultare l'opera cliccando sull'immagine

 

 

 e ripubblicato nel 1730 sulTome VIII, depuis 1666 jusqu'à 1699 delle Memoires de l'Academie Royale des Sciences, tomo completamente dedicato ai lavori dell'astronomo di Perinaldo.

Da questa ultima edizione anticipo lo schema riassuntivo del fenomeno e la prima pagina dello scritto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Observation D'un nouveau Phenomene, faite le 2 de Mars 1702 par Monsieur Maraldi à Rome, Planche IV, Paris 1704

 

 

Le note di Cassini sulle osservazioni del 1702

 

Cassini ritorna sull'argomento, con una lunga relazione accompagnata da una bella carta della zona celeste interessata dal fenomeno, in occasione di una comunicazione pervenuta da Roma ad opera di Giacomo Filippo Maraldi che aveva osservato il 2 Marzo 1702, appena dopo il tramonto e basso sull'orizzonte occidentale, un cono di luce lungo circa 30° e largo in modo variabile da mezzo a un grado nella zona tra l'Eridano e la Balena, cono simile alla coda di una cometa il cui nucleo sembrava invisibile perché già tramontato. Maraldi aveva subito associato il fenomeno a quello osservato da Cassini nel 1668, stessa zona di cielo  e pari dimensioni, e in base ad altre osservazioni romane del 1670 e del 1673 si sentiva di affermare l'assenza di parallasse sensibile nel moto dell'oggetto diffuso.

 

Nella relazione proposta all'Academie Royale des Sciences, che di seguito riproduco, Cassini fa il punto della situazione accostando le osservazioni di Maraldi a quelle pervenutegli sullo stesso fenomeno da Manfredi da Bologna e da Padre Cassani, della Compagnia di Gesù, da Madrid. La tavola che accompagna la relazione riporta queste osservazioni per i giorni del 26 febbraio e del  2 marzo 1702, correlandole con quelle del Cassini del 10, 14 e 19 marzo del 1668. 

Interessante l'accostamento che Cassini propone tra la periodicità della variazione del ritorno di Mercurio al suo punto afelico, stimato dall'astronomo di Perinaldo in 33 anni, con quella dell'apparizione del cono di luce del 1668 e del 1702. Interessante non tanto per la correlazione tra i due fenomeni, che lo stesso Cassini propone come curiosità, quanto per la scoperta dell'irregolarità del moto di Mercurio giustificato soltanto da Einstein, più di due secoli dopo, con la formulazione della sua Teoria della Relatività.

Dopo aver suggerito che il fenomeno del cono di luce potrebbe essere prodotto da un qualche corpo planetario posto all'interno dell'orbita di Mercurio Cassini conclude la sua memoria riproponendo le osservazioni storiche sullo stesso ad opera di Aristotele e Diodoro il Siculo.

 

 

 

 

LA MEMOIRE

 

 

 

Il titolo, puoi consultare la Mémoire cliccando sull'immagine

 

 

 

LA TAVOLA

Planche IV

 

 

La tavola che accompagna la relazione di Cassini incornicia i fenomeni del 1668 e del 1702 in una zona di cielo posta per 125° di longitudine tra la costellazione del Taurus e quella dell'Aquarius e con una escursione in latitudine tra i +35° e i - 55°. Le costellazioni disegnate sono soltanto quelle di origine tolemaiche, due refusi presenti nella carta denominano erroneamente come Lupus la costellazione del Lepus e come Pices quella dei Pesci. Le stelle, che non sono nominate ne da nomi propri ne da simboli, sono distinte in diversi gradi di magnitudine ma manca la scala di riferimento. Due stelle sono invece segnalate come Nova, una in Eridanus e l'altra in Cetus (Mira).

Il reticolo di riferimento è quello eclittico e presenta una scala graduata al grado sia per la latitudine che per la longitudine, sono presenti la linea dell'Ecliptica e linee di longitudine ogni 30°. Il reticolo equatoriale è rappresentato dalle linee del Tropicus Cancri, Aequator, Tropicus Capricorni e Circulus Antarticus. Le costellazioni sono disegnate sul davanti in proiezione polare eclittica concava. Lo stile della tavola è identico a quella del 1668.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

La Nova tra Lupus (Lepus) ed Eridanus e Mira, la Meravigliosa, la Nova in Cetus

 

 

 

 

 

 

The zodiacal light

 

Le osservazioni di Cassini, in particolare quelle dal 27 febbraio 1685 al 14 novembre 1687, sono state riprese con 11 tavole dedicate, dalla 342 alla 352, nella monumentale opera relativa al fenomeno della luce zodiacale pubblicata a Washington nel 1856.

 

United States Japan Expedition

 Observations on

 The zodiacal light,

 from April 2, 1853, to April 22, 1855,

 made chiefly on board

 The United States steam-frigate Mississippi,

 during her late cruise in eastern seas, and her voyage homeward:

 With 

Conclusions from the data thus obtained; 

by 

Rev. George Jones, A. M., 

Chaplain United States Navy

 

 

 

 

Leggi

Eduard Heis

 Atlas Coelestis Eclipticus

 

 

Su Cassini esamina

L'astronome du roi et le satellite

Image en noir et blanc pour la rubrique exposition

http://expositions.obspm.fr/cassini/index.php

 

 

 

Per cortesia di 

Leggi

 

La lumière zodiacale
et le gegenschein

 

Le nuage zodiacal

 

 La luce zodiacale vista il 26 aprile  1913 da Lucien Rudaux da una cima dei Pirenei e ricostruzione della stessa zona di cielo effettuata con il programma Perseus per la stessa data

 

 

 

 

 

Consulta gli indici di tutti i volumi dell'

Histoire de l'Académie Royale des Sciences

 Mémoires de Mathématique et de Physique

 

 

www.atlascoelestis.com

FELICE STOPPA

LUGLIO 2013